La storia del nostro territorio

Ricerche curate da Erminio MARCHETTI, 

Questo sito è il frutto di una lunga ricerca durata diversi anni,  ho raccolto  molte informazioni da varie fonti ed ho cercato di dargli una corretta cronologia storica. La ricerca si é basata sulla consultazione approfondita di vari siti web, giornali, da materiale cartaceo estrapolato dalla monografia “Collatia” del Prof. Lorenzo Quilici, ricevuto da Lucia Santamaria che ringrazio. Inoltre, desidero ringraziare gli autori del libro “il Fosso del Giardino”, dal quale ho ricavato molti articoli: Andrea  Dimitri, Roberto  Felicetti, Stefano Notargiacomo, Gianni De Marchi,  Nicola Tilli, Silvio Falcinelli, Isabella Di Chio e il contributo di Don Romano Avvantaggiato, della Dott.ssa Lidia Venuto e del Dott. Agapito Simeoni.

Come sappiamo Roma è suddivisa in 22 Rioni, 35 Quartieri, 6 Suburbi e 59 Zone (Fonte Rerum Romanarum).

Il territorio del Castello di Torrenova e Giardinetti è localizzato nella Zona denominata XVI ed è racchiuso fra la Zona di Torre Angela a nord, Tor Vergata ad est, la Romanina a sud e Torre Maura ad ovest. La sua prossimità agli edifici dell’Università degli Studi di Tor Vergata rende questa Zona luogo di domicilio di molti studenti universitari fuori sede.

É difficile per migliaia di persone rintracciare il proprio passato storico, semplicemente interrogandosi sui propri luoghi di provenienza, in quanto la maggior parte delle persone che risiedono in questo territorio non sono di origini romane, si tratta di immigrati, o figli o nipoti di immigrati, provenienti da varie regioni d’Italia. Per questo motivo le diverse provenienze degli abitanti del luogo e le differenti culture che li contraddistinguono, non possono formare quella inequivocabile radice storica che salda il legame di un territorio alle proprie origini e lo perpetua nel tempo. Pur nell’ombra apparente della città di Roma, il cui centro è a pochi chilometri, che con i suoi monumenti imperiali e cristiani e che ebbe come imperatori (romani, spagnoli e arabi, siriani e africani) sembra sovrastarla, la storia di questo piccolo territorio è forse superiore a quella di tante medie città europee o di diverse metropoli americane.

La mia ricerca si è basata sulla suddivisione storica in epoche di evoluzione in cui i punti salienti articolati in questo sito, sono così suddivisi: le Origini, la Trasformazione del Territorio e da una Raccolta Fotografica.

Le Origini:

– riferito al III secolo a.C., quando la Zona era compresa nell’Ager Pupinius, o   Pupiniensis, dal quale ebbe nome la tribù Pupinia; 

– al II secolo a.C., Ponte di Epoca Romana, situato in via della Massa Calciana, si può definire la più antica struttura esistente sul territorio; 

– al III sec. d.C., dove al posto del Castello di Torrenova sorgeva una villa romana, ampia e lussuosa, misto di palazzo e fattoria, appartenente, con una vasta tenuta, a Fabio Cilone;

– alla tormentata storia del Castello di Torrenova, dagli Orsini, ai Colonna, ai Capranica, ai Cenci, agli Aldobrandini ai Borghese fino a Migliorelli, dove nessuna famiglia, per quanto potente, per una sorta di nemesi negativa, riuscì a conservarla tanto a lungo da lasciargli il nome, tanto che rimase sempre noto come Castello di Torrenova;

– l’adiacente Chiesa di San Clemente.

La Trasformazione del Territorio: 

– a partire dal 1900, dove  nel Castello di Torrenova vivevano una ventina di famiglie; 

– ai radi e poveri insediamenti urbani del periodo tra le due guerre mondiali;

– alle ubicazioni delle Tenute e i primi insediamenti urbani di un certo rilievo; 

– alla nascita della Parrocchia della Resurrezione di  N.S.G.C.;

– all’attuale tessuto urbano molto denso, dove il territorio si è trasformato in una vasta area ad alta densità abitativa, questa trasformazione è documentata da narrazioni e foto.

Raccolta Fotografica: comprende tutti i luoghi della Zona XVI, la Camera, Carcaricola, il Dazio, Giardinetti, Torrenova e la Varvariana.

Una raccomandazione: “conservate tutto quanto esiste o troverete di antico e custodite gelosamente ogni cosa come deposito culturale trasmesso dagli antenati, a testimonianza dello splendore che ricopriva una volta questo territorio”.

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